Il Backstage della prima sfilata DIMME
Sono le 22:36 di giovedì
24 Febbraio quando io, Giorgia e Michela ci rincontriamo all’esterno del locale
che ci ospiterà per i futuri tre giorni. Tra poco più di 22 ore ci sarà la
prima sfilata di DIMME durante la Fashion Week, e mentre all’interno gli addetti
ai lavori si occupano degli ultimissimi ritocchi, nello spazio antistante
l’ingresso noi chiacchieriamo ricordando progetti passati che abbiamo condiviso
insieme.
“Ma vi ricordate i primi fitting che abbiamo
fatto?” chiede Valentina, una delle nostre modelle, quasi raccontasse un
episodio avvenuto in trincea. “Certo che sì!” rispondiamo noi.
“E quella volta che abbiamo girato tutta Roma a piedi alle 3 di notte,
alla primissima riunione DIMME?” ricorda qualcun altro. “E’ stato un
incubo.”
Nei prossimi tre giorni, in città arriveranno tantissimi ospiti,
modelli, truccatori e fotografi da tutta Italia per lavorare alla nostra, e
alle altre sfilate in calendario. Per non parlare di tutti gli eventi,
presentazioni, cocktail party e inaugurazioni che ci aspettavano. È quello che
viene definito un big business, ma per chi lavora dietro le quinte,
come Alessandro, uno dei nostri fotografi, si tratta di ordinaria
amministrazione. “È stancante,” ci dice. “Ma alla fine è il
lavoro amo fare”.
“È tutto un casino” continua. “I tempi sono impossibili e le ore
di sonno inesistenti.” Sara arriva da Roma, ed è solo una delle
fantastiche persone che hanno fatto parte del nostro team in questi giorni e
che hanno contribuito alla perfetta riuscita della Fashion Week.



Sono da poco passate le 15.00 del pomeriggio di venerdì 25 Febbraio. Si bevono gli ultimi caffè, si gettano le sigarette e poi si ritorna al lavoro. “Hai portato i tacchi, tesoro?” si sente chiedere Giulia, una delle modelle piuttosto nervosa, probabilmente alla sua prima esperienza da passerella. “Non ti preoccupare,” la rassicurano. “Oggi ci sarà da divertirsi.”
“Ragazze facciamo la prova passerella. Giada sei la prima ad aprire la fila” dice Giorgia alle modelle. “No raga, voi dovete tranquillizzarmi, perché sennò io cado dalle scale per l’ansia se sono la prima”. Il clima è teso, ma cerchiamo di sdrammatizzare la situazione.
Nel backstage intanto, stavamo lavorando a ritmi forsennati insieme al nostro team per rendere perfette i capi che poche ore dopo avremmo visto in passerella. I look vengono appesi agli stendini, le modelle iniziano ad essere truccate ed acconciate e gli aspirapolvere continuano a fare un rumore infernale (“continua a passarlo finché non arriva la gente,” sentiamo qualcuno dire).
Mentre Giorgia stava supervisionando qualsiasi minuzia tecnica insieme a fotografi e videomaker, io e Michela stavamo procedendo con i fitting e controllando ogni dettaglio. “Siamo qui da stamani e c’è ancora un sacco da fare,” ci dice candidamente Giorgia. Iniziamo a stirare accuratamente gli abiti che sfileranno in passerella. “Stai attenta con quella zip” commenta Michela quando mi vede osservare l’ultimo look che dovrà chiudere la nostra sfilata. “Sei pericolosa.”
Intorno, tutti si muovono indaffarati. C’è chi riempie il frigo di bottigliette d’acqua, chi si occupa di sistemare le scarpe, chi prova la musica. All’ingresso, lo staff si prepara a un weekend di fuoco in cui faranno più caffè di quelli preparati nell’ultimo mese. Simona, la nostra fotografa di backstage, non è così preoccupata però. “Durante le riprese video è sempre un casino,” ci ricorda scrollando le spalle, mentre pulisce per l’ennesima l’obiettivo. “Non importa se siamo in Fashion Week o meno.”



Al piano di sotto, ogni sedia viene
numerata e le luci posizionate per la prima sfilata. Sono le 18.45 ora, e noi
stiliste controlliamo che tutto venga eseguito seguendo le indicazioni fornite.
In sottofondo c’è Mariah Carey che canta Fantasy. “Sono più
tranquilla di oggi pomeriggio,” confessa ridendo Giulia, anche se a me non
sembra poi così rilassata.
Durante la sua sfilata presenteremo 8 look
diversi per un utente genderless contemporaneo deciso e indipendente, ma ora
l’attenzione è tutta sulla posizione da cui verranno scattate le immagini
durante lo show. “Lavoro con Alessandro, Sara e Alessandro da sempre”
racconta Giorgia. “Sono come la mia seconda famiglia, hanno visto la mia
evoluzione come stilista da vicinissimo e io la loro come fotografi.”
Per la maggior parte delle persone, le foto
saranno l’unico veicolo per osservare i capi creati da noi. Le modelle iniziano
le prove, noi chiacchieriamo fitto fitto con le truccatrici e il resto dello
staff. “La pressione non è poca: ci viene chiesto di scattare,
postprodurre e inviare gli scatti nel minor tempo possibile,” ci spiega
Sara. Il loro segreto? “abbracciare la pressione sostenendoci l’un
l’altro, e avere sempre una bottiglia di vino nello zaino per le emergenze.”
Passa un’altra ora e gli ospiti cominciano ad
accalcarsi all’ingresso. Intanto il disastro preannunciato da Michela si
avvera, la zip dell’ultimo look si rompe, ma lei con un miracolo la cuce
addosso alla modella in meno di un minuto.
Dalle casse arriva Boom, Boom, Boom, Boom!! dei Vengaboys e
tutti si scambiano convenevoli di circostanza. “Hai già visto Tizio e
Caio?”, “Dopo che eventi ti fai?” e ancora “Credo di averti
già visti, ma non ricordo dove!”. Si commenta il sitting, ma anche la
forma stessa della seduta. Poi le luci si abbassano, la musica parte e la
sfilata ha finalmente inizio.
Dopo circa 10 minuti di passerella usciamo
anche noi dal backstage e facciamo il nostro ingresso in passerella. Lasciamo
che gli scattino qualche foto, sorridiamo e si legge sui nostri volti la
soddisfazione di avercela fatta, e la gratitudine verso tutte le persone che ci
circondavano.
Torniamo nel backstage camminando abbracciate.
Le modelle festeggiano. La nostra prima sfilata è andata.